Tra il 29 gennaio e il 1° febbraio 2025 l’Università Ca’ Foscari Venezia ha ospitato i Tavoli di lavoro di NextGen Heritage (progetto CHANGES-CREST) dedicati a esplorare le sfide e le opportunità nell’ambito dei beni culturali.
Il secondo Tavolo, “Liberi Tutti. Vivere la cultura attraverso il libero accesso a dati e immagini dei Beni culturali“, è stato moderato dalla socia di AIUCD Anna Maria Marras e ha visto la partecipazione attiva di numerosi altri soci e socie, tra cui la nostra presidente Marina Buzzoni, membro CHANGES-CREST e coordinatrice del Tavolo.
Da questo tavolo di lavoro sono emerse tre riflessioni principali:
- Per promuovere la libera circolazione di dati, metadati e soprattutto immagini dei beni culturali è necessario attivare azioni su più livelli Fondamentale è un cambiamento di prospettiva che permetta di passare dall’idea di “tutela del bene” a quella di “tutela dei diritti della persona”, tanto più rilevante nell’ambiente digitale. Altrettanto fondamentali sono scelte di governance lungimiranti. È inoltre opportuna una revisione degli artt. 107 e 108 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio per ampliare al massimo le possibilità di riuso, anche commerciale, delle immagini, che dovrebbe rappresentare la regola, piuttosto che un’eccezione. Si possono comunque già sfruttare alcuni spazi di libertà presenti nell’attuale normativa; i detentori pubblici dovrebbero quantomeno avere la possibilità di non richiedere canoni laddove non espressamente indicato.
- Relativamente a diritto d’autore e diritti connessi nel mercato unico digitale, va segnalato che la Direttiva UE 2019/790 non è stata di fatto recepita in Italia in merito a pubblico dominio (art. 14) e opere fuori commercio (artt. 8 e 11), per le quali la Direttiva permette libera riproduzione. La questione del diritto d’autore andrebbe quindi inserita nel ridisegno complessivo della normativa, al fine anche di tenere insieme tutela dei diritti e libertà di impresa. L’attuale spazio di azione per favorire il riuso delle immagini è rappresentato dalle licenze CC BY SA [share-alike].
- Quanto discusso nei primi due punti è possibile solo se esiste da parte degli utenti consapevolezza dei propri diritti. Ciò rende necessario potenziare la formazione, pensando anche a figure come i “facilitatori” digitali e la collaborazione tra pari.
Le discussioni hanno anche evidenziato l’importanza di considerare i dati digitali come entità con relazioni semantiche complesse, non semplici copie del materiale fisico. Si è sottolineato come l’accessibilità ai dati debba essere accompagnata da una riflessione etica e da una governance capace di bilanciare interessi sociali e commerciali. La frammentazione attuale delle infrastrutture di ricerca e l’assenza di una chiara interoperabilità tra i dati richiedono politiche più coordinate e investimenti strategici.
Per approfondimenti si rimanda al sito ufficiale dell’iniziativa.