La Rete delle società scientifiche sta attentamente seguendo i più recenti sviluppi sul tema dei tagli alla ricerca, e in particolare le reazioni successive all’incontro della ministra Bernini con la CRUI. In quello stesso giorno Bernini ha dichiarato all’ANSA che sono in arrivo 9,4 miliardi, e 37 milioni e mezzo per i contratti di ricerca.
Ricerca: dopo proteste, sospeso esame ddl Valorizzazione Milano, 20 feb. (LaPresse) –
Nel corso dell’incontro all’assemblea della Crui, la conferenza dei rettori delle università italiane, la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria BERNINI – secondo quanto si apprende – ha evidenziato ancora una volta come ritenga “insufficiente” avere a disposizione un unico strumento contrattuale per inquadrare le diverse figure professionali della ricerca. Allo stesso tempo, BERNINI ha annunciato la sospensione dell’esame del ddl Valorizzazione della ricerca alla luce delle veemente proteste di sindacati e associazioni di dottorandi che si sono rivolti alla Commissione europea per bloccarne l’iter parlamentare.
Ricerca: BERNINI annuncia decreto da 37,5mln per nuovo contratto. Milano, 20 feb. (LaPresse) –
La ministra dell’Università e ricerca, Anna Maria BERNINI, ha preso parte stamani all’assemblea della Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane. Secondo quanto si apprende, BERNINI ha annunciato la firma di un decreto ministeriale che finanzia con 37,5 milioni il nuovo contratto di ricerca, la cui sequenza contrattuale è stata approvata ed è ora a disposizione degli Atenei, un “potente” incentivo per rafforzare l’ingresso nelle Università di giovani ricercatori, dopo la spinta del Pnrr.
Ricerca: rettori, contratto non può essere unico strumento, Parlamento prosegua iter Milano, 20 feb. (LaPresse) –
La Conferenza dei rettori delle università italiane, a conclusione della riunione di oggi, ha ribadito che il contratto di ricerca “non può essere l’unico strumento idoneo a rispondere alle esigenze delle Università, rispetto alle sue missioni: l’alta formazione, la ricerca e il trasferimento delle conoscenze”. La Crui ritiene che il Ddl n.1240/24, proposto dal Ministero dell’Università (MUR) individui le figure di pre-ruolo utili e necessarie al reclutamento di giovani studiose e studiosi nazionali e internazionali. Auspica pertanto che l’iter parlamentare di approvazione del disegno di legge prosegua e si perfezioni nel breve.
PA: BOZZA DL, SALTANO NORME PER FLESSIBILITA’ BILANCI UNIVERSITA’ = Roma, 18 feb. (Adnkronos) –
Lavori in corso per aumentare il grado di flessibilità dei bilanci delle Università. Su iniziativa del ministero dell’Università e della ricerca era stata inserita in una bozza del dl PA, atteso domani sul tavolo del Cdm, una norma per la revisione delle modalità di calcolo per la spesa storica del personale delle università. Tuttavia, secondo quanto apprende l’Adnkronos, la misura necessita di ulteriori verifiche per armonizzarla con la riforma complessiva del Fondo di finanziamento ordinario, su cui sta lavorando il Mur, ed è quindi stata, almeno al momento, eliminata. La proposta normativa mira a prevedere che siano esclusi dal calcolo dell’indicatore per l’applicazione del limite massimo alle spese di personale tutte le tipologie contrattuali che non comportano l’immissione in ruolo, ma che rispondono a specifiche esigenze di flessibilità, autonomia e pluralità del sistema universitario e della ricerca. In particolare, la deroga dalle spese di personale riguarderebbe alcune precise tipologie di contratti, come le figure ad esaurimento di tipo A (Rtd-A) e i contratti di ricerca. (Arm/Adnkronos)
Sul “Sole24 ore” un’intervista di Eugenio Burgio alla presidente della Conferenza dei rettori e rettrice di Milano Bicocca, Giovanna Iannantuoni: https://www.ilsole24ore.com/art/stabilita-risorse-e-piu-autonomia-i-fondi-atenei-AGnDLlyC
“Stati di agitazione dell’università” ha pubblicato invece un comunicato (vd. ADI)
Bloccato il ddl Bernini, ora no a mercanteggiamenti: servono un piano straordinario contro la precarietà e finanziamenti agli atenei
Secondo quanto riportano alcuni media, la ministra dell’università Anna Maria Bernini, incontrando l’assemblea della Crui, avrebbe annunciato la sospensione dell’esame del ddl sul precariato universitario in seguito alle proteste di questi mesi e ai ricorsi in sede europea presentati da Flc-Cgil e Adi.
Si tratta di una vittoria importantissima per il movimento che da mesi si oppone al disegno di ulteriore precarizzazione del lavoro universitario portato avanti dal governo attraverso il disegno di legge. Reintrodurre sotto un altro nome l’assegno di ricerca, forma di post-doc precario, sottopagato e privo di tutele senza eguali in Europa, sarebbe stato un colpo fortissimo alle migliaia di ricercatori e ricercatrici che lavorano nelle università con contratti precari. La scelta della ministra segnala che le nostre proteste hanno colpito nel segno.
Ora il governo dev’essere conseguente e mettere sul campo risorse adeguate per finanziare i nuovi contratti di ricerca, una figura di post-doc precaria che garantisce la minima dignità del lavoro di ricerca. I 37,5 milioni di euro annunciati equivalgono a 5 contratti per ateneo. Servono almeno 200 milioni di euro. Il costo dei nuovi contratti non può essere sulle spalle dei bilanci degli atenei, già gravati dai tagli, ma deve vedere un impegno diretto da parte del governo, anche utilizzando le maggiori risorse che la tassazione dei contratti fornirà rispetto ai vecchi assegni di ricerca. Serve inoltre un piano straordinario di reclutamento che dia una prospettiva di stabilizzazione alle decine di migliaia di precari e precarie che lavorano negli atenei e assicuri la regolarità del reclutamento e del turnover negli anni a venire.
Sorprende che la Crui, invece di cogliere l’occasione per richiedere le risorse necessarie al governo, abbia preferito chiedere alla ministra di tornare sui suoi passi e rilanciare il ddl. Davvero i rettori, ignorando le prese di posizioni degli organi collegiali di molti dei loro stessi atenei, scelgono di mercanteggiare sulla pelle dei precari per scaricare su di loro l’onere dei tagli, invece di fare fronte comune per dare un futuro all’università?
È il momento di invertire la rotta rispetto a tagli e precarizzazione e di scegliere di investire davvero sulla ricerca, sulla didattica, sul futuro. Facciamo appello a tutte le componenti della comunità accademica perché si facciano sentire: le mobilitazioni di questi mesi sono servite, continuiamo a far sentire la nostra voce.Stati di agitazione dell’Università