Nei mesi scorsi il Ministero dell’Università ha stilato la graduatoria dei Dipartimenti di “eccellenza”, che riceveranno il finanziamento straordinario sulla base dei risultati conseguiti nella VQR (attraverso il calcolo di un apposito “Indicatore Standardizzato della Performance Dipartimentale”) e della valutazione di progetti di ricerca dipartimentali sottoposti a peer review.
Dei 180 progetti dipartimentali italiani premiati, almeno quattro sono stati assegnati a progetti rivolti – o con una componente dedicata – alle Digital Humanities. Un risultato non da poco conto, se pensiamo che nei prossimi cinque anni ci sarà, da parte dei dipartimenti che hanno ricevuto i finanziamenti, un potenziamento della didattica e un’attenzione particolare all’attività di ricerca relativa a questo ambito disciplinare. Ancora non conosciamo in modo dettagliato gli obiettivi di tali progetti, e come i dipartimenti selezionati, pianificheranno e realizzeranno le relative attività. Sappiamo – al momento – che la priorità di alcuni dipartimenti è il reclutamento del personale docente e l’offerta di borse di studio di dottorato con un percorso, o uno studio integrativo, di DH. I progetti hanno peculiarità diverse nonostante vengano presentati con lo stesso termine-ombrello.
Le finalità del Dipartimento di Lingue e letterature straniere dell’Università di Verona, ad esempio, sono quelle di divenire “un polo di eccellenza e un laboratorio di sperimentazione, sia per la ricerca che per la didattica a livello nazionale e internazionale nel campo delle Digital humanities applicate alle lingue e letterature straniere”. (cfr. l’editoriale). Il Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine definisce il progetto “Digital Humanities” e “Heritage Science” come due fondamentali proposte di studio, e punta al rapporto tra cultura umanistica e mondo digitale e allo studio e alla valorizzazione del patrimonio culturale della regione e più in generale dell’intero paese (cfr. l’editoriale). Digital Humanities (DigHum) e Public Humanities (PubHum) è il progetto del Dipartimento di Studi umanistici dell’università di Venezia Ca’ Foscari che vede come obiettivo un “Centro per le DigHum & PubHum, “costituito come vero e proprio laboratorio che sfrutti appieno la tecnologia sia come strumento sia per le potenzialità epistemologiche che offre”; ma anche in questo caso, verrà rafforzata l’offerta didattica.
Più ampio e articolato l’obiettivo del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna, che non è centrato esclusivamente sulle Digital Humanities. L’ibridazione disciplinare sembra essere il pilastro di questo progetto attraverso la didattica ma anche la creazione di un centro di DH attraverso la valorizzazione in senso digitale del patrimonio bibliografico ed archivistico del dipartimento. Il progetto ha anche come obiettivo quello di corroborare la laurea magistrale in Digital Humanities and Digital Knowledge attraverso il reclutamento di docenti internazionali e investimenti sul personale docente.
Come AIUCD esprimiamo le nostre più sincere congratulazioni per l’ottimo risultato raggiunto. Cercheremo di seguire lo sviluppo di questi progetti che speriamo possa essere un altro momento significativo per la storia delle Digital Humanities in Italia.